(anche se secondo me è sbagliato proprio parlare di pena).
buonista o ingenuo? 
ne uno ne l'altro,semplicemente non trovo molto accettabile che un autorità che si autoproclama sovrana possa disporre della mia libertà
bel ragionamento e molto libertario.
Sottoscrivo.
Poi però la realtà è un'altra...si possono trovare forme diverse di autorità, con diversi livelli di estensione,competenza e complessità, ma nella "società" -estensione seppur iperbolica del "branco" nella specie umana- l'autorità è connaturata e , per fastidioso che sia al bel filosofare, si autproclama per difinizione perché a di la di ogni ultrapippa giustificativa a posteriori nella forza trova la sua prima e unica vera ragione (e qualora ne detenga il monopolio su di una dato territorio la chiamiamo "stato").
Questo è quanto ed i bellissimi e giustissimi voli filosofici da Russeau in poi sempre con la realtà vanno a scontrarsi.
crimini, che, alla fine dei conti, altro non sono che devianze sociali.
e qui il terreno di fa accidentato...
Eh, chi è che delinque per il piacere di farlo? Pochi. E quei pochi non si può dire che stiano bene mentalmente.
ci sono ci sono, e non azzardandomi in numeri dubito onestamente così pochi.
Io, su molti reati sono fra essi.
(ne deduco di non star bene mentalmente).
La condizione di reo è solo una convenzione sociale...
sei criminale se non ti attieni alle leggi e le leggi non hanno alcun "diritto naturale" ma sono solo la schedularizazzione dell' "autorità"/stato di cui si parlava prima e riflettono usi, costumi e convinzioni di quella data società in quel momento (oltre a "ufficializzare" la vendetta della punizione levandola al singolo e collettivizzandola in funzione del monpolio della violenza dello stato stesso).