I primissimi passi verso il welfare vennero fatti in età giolittiana, non fascista; stessa cosa per industrializzazione e sviluppo.
ma non diciamo cazzate.
L'italia "liberale" ha solo posto delle basi scandalosamente inadeguate e sottodimensionate anche rispetto ad altri stati fortemente conservatori nello stesso periodo (sul wellfare guarda la germania del kaiser e confrontala con l'italia a cavallo del secoloe fatti due conti sul perché l'italia fosse fulco di movimenti marxisti e anarchici).
pare che pure Tito Zaniboni, una volta rientrato in Italia, scrisse in una lettera quanto rimase sconvolto dalla situazione di povertà in cui aveva trovato la gente "normale".
una citazione storica che parte con pare è già bell' e cotta. O ha scritto o no. Ma resta comunque inifluente.
a)perché si parla della situazione di povertà e degrado del dopoguerra
b)perché vorrei capire con cosa la si confronta. Qual'era la situazione nel '10..e nel '19/'22? ecco.
c)perché è facilone fare retorica "anti" a posteriori
. Il popolino stava nella merda come prima, probabilmente anche di più.
cosa? prego?
vatti a vedere le condizioni in cui si era post prima guerra mondiale tanto in francia quanto in germania....
Oh ragazzi. Vediamodi capirci.
Sono il primo col rigurgito antifascista ma carta canta e non è che si possa riscrivere il dato più di tanto.
Pensa tu Gabo che tutte le grandi industrie pesanti semi-statali che costituiscono ancora ad oggi il "nocciolo duro" della produttività italiana (ansaldo,fincantieri,finmeccanica, etc.) sono tutte nate -e cresciute fino a dimensioni da competitività internazionale- a metà anni 30
idem l'IRI, che sarà il cuore del rilancio post bellico fino ad essere data in pasto ai soliti da Prodi nei primi anni '90
volendo si potrebbe parlare della rete ferroviaria
dello sviluppo agroalimentare
della rete telefonica ed elettrica
delle bonifiche e dei lavori infrastrutturali...
e solo per restare a livello di mero sviluppo produttivo.