Kevin Carter nasce a Johannesburg, il 13 Settembre del 1960.

Un bianco nel Sud Africa dell'apartheid.
Cresce in un quartiere della classe media, assistendo, sin da piccolo, all'arresto di famiglie nere che vivevano lì illegalmente.
Più tardi, in un'intervista, confessò di essersi trovato spesso a chiedersi come potesse una famiglia come la sua, cattolica e liberale, essere così apatica di fronte a situazioni del genere.
Si diploma e si iscrive a Farmacia. Lascia gli studi e firma per un servizio militare volontario di 4 anni in Aeronautica. Diserta per fare il dj, per poi rientrare in servizio per concludere la leva.
Si trovava di servizio a Pretoria il 20 Maggio del 1983, quando l'Umkhonto we Sizwe, il braccio armato dell'African National Congress, fa esplodere un'autobomba davanti la sede della SAAF (South African Air Force), in Church Street, uccidendo 19 persone, tra personale militare, attentatori e civili, e ferendone 217. Da quel momento decide di fare il fotografo.
Comincia lavorando come fotografo sportivo fino al 1984, quando si trasferisce al Johannesburg Star, diventando la prima persona al mondo a fotografare la pratica del "necklacing", una forma di esecuzione sommaria utilizzata dai neri dell'ANC per torturare e uccidere le persone accusate di collaborazionismo.
Si trattava dell'esecuzione di Maki Skosana, una giovane donna nera accusata di avere una relazione con un poliziotto, uccisa legandole uno pneumatico al collo, riempendolo di petrolio e dandole fuoco.

Carter si ritrovò in seguito a parlare di quelle foto dicendo:"Ero sconvolto da ciò che stavano facendo. Ero sconvolto da ciò che io stavo facendo. Poi le persone hanno cominciato a parlare di quelle foto ... e io ho cominciato a pensare che forse le mie azioni non erano così cattive. Essere testimone di cose così orribili non era necessariamente una brutta cosa da fare"
Nel 1990 "fonda" il Bang-Bang Club, insieme ad altri 3 fotografi, Greg Marinovich, Ken Oosterbroek e João Silva, cui collaboreranno altri noti fotografi del periodo, con lo scopo di coprire tutti gli eventi legati alla guerra civile che si era scatenata tra membri dell'ANC e frange della popolazione Zulu.
Nel marzo del 1993 atterra in Sudan, scende dall'aereo, quando, mentre sta per fotografare un bambino in evidente e avanzato stato di denutrizione, vede un avvoltoio che si posa nei pressi, in attesa. Scatta la foto che gli varrà il premio Pulitzer l'anno succesivo.

Ma che gli porterà anche aspre critiche, la principale delle quali il fatto di avere lasciato quel bambino al suo destino, preoccupandosi solo di prendersi i suoi 20 minuti per scattare la foto.
La testimonianza di altri fotografi presenti nella zona, in realtà, porta una visione ben diversa della situazione.
Il bambino si trovava presso una stazione di approvvigionamento, con i genitori impegnati pochi metri più in là a prendere cibo e acqua dall'aereo che aveva accompagnato Carter in Sudan, mentre l'avvoltoio era ben lontano e assolutamente innocuo.
Il 27 Luglio 1994 si suicida con i gas di scarico dell'auto nel posto in cui giocava da bambino, lasciando una nota:
Citazione"Sono depresso ... senza telefono ... soldi per l'affitto ... soldi per aiutare i bambini ...soldi per i debiti ... soldi!!! ... Sono perseguitato dai vividi ricordi di omicidi e cadaveri e rabbia e dolore ... di bambini affamati o feriti ... di folli dal grilletto facile, spesso poliziotti, assassini spietati ... Vado a raggiungere Ken (Ken Oosterbroek, deceduto poco tempo prima ndD) se sono fortunato."
Ritengo di avere diritto alle royalties sull'acronimo BUBS :lki:
Sono scemo di mio :verovero: Tutto a posto | I don't have a problem with caffeine. I have a problem without caffeine.
Se i nostri cervelli fossero abbastanza semplici da poter essere capiti, allora saremmo così semplici che non capiremmo - Ian Stewart
Fotografia ad mentula


Che ti turba?
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Se i nostri cervelli fossero abbastanza semplici da poter essere capiti, allora saremmo così semplici che non capiremmo - Ian Stewart
Fotografia ad mentula

Ricordare che ci sono queste realtà a cui probabilmente ci avvicineremo anche noi.

CitazioneSi trovava di servizio a Pretoria il 20 Maggio del 1983, quando l'Umkhonto we Sizwe, il braccio armato dell'African National Congress, fa esplodere un'autobomba davanti la sede della SAAF (South African Air Force), in Church Street, uccidendo 19 persone, tra personale militare, attentatori e civili, e ferendone 217. Da quel momento decide di fare il fotografo.

quando stavo leggendo "Da quel momento..." ero lì che pensavo una cosa del tipo "diventò uno spietato assassino coi superpoteri e decise di ammazzare tutti i cattivi". poi leggo "...decide di fare il fotografo."

Y U NO SUPERHERO?!?!

apparte le cazzate, non mi sorprende il fatto che si sia suicidato dopo aver vissuto tutte quelle cose. noi viviamo in una realtà ben più lontana da quella, anche se non serve andare fino in africa per vedere cose del genere.

Non ha retto al rimorso di non potere essere d'aiuto.
Sei lì, a due passi da quella donna che viene bruciata viva e tu che fai? Scatti una foto.

A mente serena, invece, a me viene da dire che, se non ci fosse stato lui, o gente come lui, di quella povera donna non si saprebbe nulla.
Ritengo di avere diritto alle royalties sull'acronimo BUBS :lki:
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Se i nostri cervelli fossero abbastanza semplici da poter essere capiti, allora saremmo così semplici che non capiremmo - Ian Stewart
Fotografia ad mentula






secondo me la questione è cruciale invece.
I)si vive in un'epoca dove non solo non ti puoi fidare dei tuoi occhi ma anzi se consapevole che quasi nulla di quello che vedi non è vero (e sarà sempre peggio). Imho ci sarebbero delle riflessioni da farci.
II)io una botta -anche due- due gliela darei anche au naturelle.

solo al naturale :gtfo:
lo sappiamo tutti che la bellezza interiore è mille volte meglio*




*calda ed accogliente